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CAIVANO. Il PD scopre le sue carte. Enzo Falco e Mimmo Semplice a casa di Monopoli

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CAIVANO – Entra nel vivo la campagna elettorale e sapevamo che non potevano mancare i colpi di scena ma mai come quello avvenuto poche ore fa quando alla porta di casa Monopoli suonano il campanello Enzo Falco accompagnato da Mimmo Semplice, l’ex sindaco di Caivano a cui il nostro quotidiano ha già dedicato intere pagine circa la sua impresentabilità.

Un coupe de teathre che nessuno mai si sarebbe aspettato. Il candidato sindaco del centro sinistra insieme all’uomo di Bassolino, comunista da sempre, che fanno visita all’uomo che fino a pochi giorni fa dal loro stesso partito era etichettato come il sindaco del fallimento e dello scioglimento o peggio ancora il fascista? Il mondo sotto sopra, ma cosa sta succedendo a Caivano? È così tanta la bramosia di potere al punto tale da far perdere anche i principali punti di riferimento alla segreteria cittadina di un partito nazionale che attualmente sta governando il Paese?

È indiscutibile che il binomio Russo-Monopoli abbia destato stupore ed entusiasmo sul territorio forse anche più del nome uscito fuori dal cilindro, non costellato di polemiche, di Enzo Falco per il centrosinistra. Forse le mancate adesioni che si aspettavano a sinistra non sono state abbastanza numerose, così come da pronostici, che hanno spinto il vero dominus della coalizione – oggi uscito allo scoperto grazie alla visita fatta all’ex sindaco – a cercare di destabilizzare non solo la coalizione civica che si sta formando ma anche di cercare di conquistare quella fetta di consenso che, nonostante le peripezie che ha dovuto subire durante l’arco di questi ultimi anni, ha conservato Simone Monopoli.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo pare che i due abbiano chiesto all’ex primo cittadino di Caivano un patto di non belligeranza e aperto le porte alla loro coalizione laddove le trattative al centro dovessero naufragare. Chi si sarebbe mai aspettato che l’ex Sindaco Simone Monopoli, dopo che il “Sistema Caivano” quel sistema ideato, progettato e perpetrato dai settori comunali l’ha “crocifisso”, oggi sarebbe stato il politico più ambito? In cambio, almeno per ora, i due piddini hanno solo collezionato una magra figura, frutto della sprovvedutezza politica prima e comunicativa dopo e vi spieghiamo il perché.

Il dato politico che esce fuori da questa mossa, alquanto dilettantistica, è la conferma che le liste presentate sotto quel documento evidentemente sono pressoché vuote – se sono sicuro della vittoria, non guardo in casa d’altri o cerco di continuare ad aggregare, la seconda ipotesi contrasterebbe la governabilità futura della città – mentre dal punto di vista della Comunicazione esce fuori che il duo Semplice-Falco non dialogano con le altre forze politiche della loro stessa coalizione che già da giorni hanno iniziato con un tipo di comunicazione diversa, a quella con cui ci hanno abituato da sempre, più subdola e più infamante.

Logicamente con la mossa della mano tesa verso Monopoli non solo il PD ci ha fatto capire di essersi bruciata la tattica comunicativa di chi voleva porre la campagna elettorale sul fango verso l’ex primo cittadino ma anche chi è il vero deus ex machina della coalizione e che quindi Enzo Falco rappresenterebbe solo il front-end della campagna elettorale oggi e che Mimmo Semplice sarà il vero governatore domani se i caivanesi premiassero il centrosinistra.

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Caivano

CAIVANO. Flop Carovana Rosa. Quanto dichiara Dispenza indigna la parte sana della città, compreso il Direttore di Minformo

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CAIVANO – Ero molto combattuto dal dover esprimere la mia opinione su quanto dichiarato dalle autorità caivanesi all’indomani del flop – perché in questa città è ora di dare il nome giusto alle cose – ottenuto all’evento della Carovana Rosa al Parco Livatino.

È giunta l’ora di dire basta alle strumentalizzazioni, alle etichette e agli opportunismi. Caivano è si terra di camorra, di politici corrotti e di assoggettamento alla criminalità. Ma Caivano è anche città di gente perbene, laboriosa, professionisti, artisti e sportivi che militano nelle più alte categorie nazionali.

Il flop all’evento del Giro d’Italia non è dovuto alla mancata voglia di recepire segnali di legalità da parte dei caivanesi come dichiarato dal viceprefetto Filippo Dispenza ma è dovuto ad una scarsa organizzazione e ad una scarsissima Comunicazione e chi lo sta scrivendo, parla con cognizione di causa, dato che si vanta di essere un professionista serio e perbene della società caivanese nel campo della Comunicazione.

Un evento nato e finito nell’inesistenza mediatica assoluta. Nessuno sapeva di questo evento e per giunta organizzato in un Parco, dove bastava solo bonificarlo e sorvegliarlo per sottrarlo ai narcotrafficanti e tossicodipendenti non certamente per usarlo come centro nevralgico degli eventi cittiadini. Un evento locato in un parco dislocato, lontano dal centro, organizzato di mattina quando la gente perbene di Caivano lavora e dove le massaie che avrebbero dovuto accompagnare i figli, non si sarebbero mai sognate di fare chilometri a piedi sotto il sole.

Per questo motivo, chi è incapace di amministrare e chi non conosce il territorio, deve smetterla di fare il Polizione dell’Interpol con la convizione di essere venuto a Caivano a fare una guerra metropolitana contro 36mila camorristi e spacciatori.

Assumersi le proprie responsabilità e ammettere di stare a governare male una città complesssa come Caivano è la prima di ogni azione nobile e onesta che si potrebbe fare.

Perchè se si vuole scendere sul personale contro ogni caivanese – dato che io dalle dichiarazioni di Dispenza mi sento più che offeso – col famoso sistema del “chi songhe io e chi si tu” allora chiedo al viceprefetto Dispenza di spiegare ai caivanesi cosa è successo nel suo recente passato a Vittoria in Provincia di Ragusa quando anche lì ricopriva il ruolo di Commissario Prefettizio?

I colleghi giornalisti siciliani de “isiciliani.it” tra la primavera e l’estate del 2020 scrivevano di un rapporto di amicizia tra il Commissario Dispenza e un certo Antonio Calogero Montante imprenditore ex icona antimafia, condannato in primo grado dal Tribunale di Caltanissetta a 14 anni di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso. Scrivevano inoltre, che grazie a tale rapporto si è agevolato l’assuzione del figlio di Dispenza ad opera della Ksm e, in successione, di altre società del gruppo, e che tale assunzione è inserita dagli inquirenti nella lista dei favori richiesti a Montante e da questi concessi.

Sono sicuro che il Dispenza saprà giustificare queste accuse ricevute in passato e sono sicuro che la sua integerrimità farà sì che egli risulti totalmente estraneo a questi fatti ma i quesiti sorgono solo per fare una riflessione insieme al commissario e ai lettori che mi leggono.

Vorremmo essere sicuri che oggi chi ci amministra e chi addita i caivanesi come quelli ostativi nei confronti della legalità sia per primo lontano anni luce da certi ambienti e sapere se sono vere o no quelle notizie riportate dai colleghi. Tutto qui!

Anche perché il Commissario Dispenza, come tutti quanti gli esseri umani, non è un uomo unto dal Signore né detiene il monopolio dell’antimafia ma deve comoprendere solo che è il contesto in cui è stato catapultato è montato solo come un caso mediatico e strumentale e il fatto che oggi tutti i caivanesi siano vittime di etichette e generalizzazioni negative non fa altro che indignare la parte sana della città che stanca ora grida BASTA! Quindi BASTA!

Un umile caivanese onesto stanco delle strumentalizzazioni e che pretende rispetto dalle autorità!

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Caivano

De Luca torna sull’argomento: “Don Patriciello non ha il monopolio della lotta contro la camorra”

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NAPOLI – Non si placa la polemica intorno alle parole dichiarate dal Governatore De Luca nel suo intervento social a riguardo la satira usata nei confronti del prete Maurizio Patriciello.

Dopo il botta e risposta avuto direttamente con la Premier Meloni, il Presidente della Regione Campania è tornato di nuovo sull’argomento e alcuni minuti fa, attraverso la sua pagina social ha scritto: “In relazione al polverone sollevato dall’on. Meloni, che non ha evidentemente nulla di serio di cui parlare, è utile precisare che la mia battuta non riguarda don Patriciello, ma la scorrettezza di chi ha strumentalizzato a fini di propaganda politica – quando ha presentato l’ipotesi di premierato – figure pubbliche che non c’entrano nulla con le riforme costituzionali.

Quanto a don Patriciello, sia detto con il massimo rispetto, ma con assoluta e definitiva chiarezza, che apprezziamo le sue battaglie, ma che non ha il monopolio della lotta contro la camorra. Ci sono innumerevoli cittadini, lavoratori, uomini di Chiesa e giovani, che sono quotidianamente e silenziosamente impegnati in questa battaglia. E che qualcuno di noi questa battaglia la fa da cinquant’anni, e magari avendo rinunciato a ogni scorta.

Per il resto, siamo impegnati oggi in un lavoro importante e positivo, anche con il contributo fondamentale del mondo religioso, sui temi della famiglia e della relativa legge regionale a cui stiamo lavorando. E stiamo combattendo, da soli, per sbloccare le risorse decisive per aprire cantieri e creare lavoro.

Suggerirei a don Patriciello, amichevolmente, di avere un po’ più di ironia, soprattutto quando ci si presenta non sul piano dei rapporti istituzionali relativi alla tutela del nostro territorio, ma sul piano improprio della politica politicante”.

Il pensiero che parecchi cittadini hanno sempre formulato ma che hanno sempre represso finalmente si è palesato nelle parole del Governatore De Luca. Come li definiva Leonardo Sciascia, questi personaggi possono essere ascritti tra i “professionisti dell’antimafia” mentre c’è gente che in maniera silente e mettendo a repentaglio la propria vita, senza alcuna protezione, lotta contro la criminalità mettendo alla luce tutte le sue malefatte ogni giorno.

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CAIVANO. Occupazioni abusive al Parco Verde. Dissequestrate due abitazioni dal Tribunale del Riesame.

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CAIVANO – Prosegue il processo di legalità nel comune gialloverde e precisamente al Parco Verde. I lavori della Procura volti ad individuare le occupazioni abusive all’interno dell’agglomerato caivanese stanno proseguendo e all’interno di essi c’è da registrare l’ottimo lavoro svolto dall’Avv. penalista e Prof. di Diritto Penale Michele Dulvi Corcione che è riuscito a dimostrare l’estraneità ai fatti contestati per due famiglie sue assistite.

Infatti, per due famiglie caivanesi del Parco Verde è terminato l’incubo grazie al fatto che il Tribunale del Riesame di Santa Maria Capua Vetere ha annullato il sequestro degli immobili che secondo la Procura della Repubblica risultavano essere occupati abusivamente.

A quanto pare, queste, sono state le uniche due famiglie a godere di tale provvedimento. Come ebbe a dire anche il Prefetto Michele Di Bari, ogni caso è a se e queste due famiglie, grazie al solerte lavoro del loro avvocato, sono riuscite a dimostrare l’effettivo lecito utilizzo del proprio immobile. Tutto bene ciò che finisce bene.

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